Difendersi dagli imenotteri pungenti: vespe e calabroni!

Con l’arrivo della stagione primaverile si intensificano le uscite e le attività ricreative all’aperto e torna puntualmente a diffondersi la preoccupazione per le punture d’insetto.

Ogni anno numerose persone vengono punte da api, vespe e calabroni. Questi insetti, appartenenti alla famiglia degli Imenotteri,  quando pungono iniettano nella vittima una piccola quantità di veleno neurotossico.

Nella maggior parte dei casi le punture si risolvono spontaneamente con arrossamento, gonfiore e bruciore locali che possono durare al massimo qualche ora. Alcuni soggetti possono invece sensibilizzarsi al veleno di questi insetti e sviluppare reazioni allergiche anche importanti.

La prevalenza delle reazioni sistemiche da punture di imenotteri risulta compresa tra lo 0.4-0.8% della  popolazione pediatrica e il 5% della popolazione adulta; di queste ultime circa l’1% è di tipo anafilattico.

Se vengono considerate anche le reazioni allergiche di tipo locale la percentuale arriva al 19%. Un intervallo tra due punture successive inferiore a due mesi, costituisce un fattore di rischio significativo per l’insorgenza di manifestazioni allergiche.

Le reazioni più gravi si documentano prevalentemente in individui anziani poiché le condizioni cliniche generali, soprattutto cardiocircolatorie, influenzano negativamente la prognosi.

In Italia gli imenotteri pungenti sono rappresentati dalle famiglie dei Vespidi (Vespula, Polistes e Calabrone) e degli Apidi (Ape e Bombo).

Per evitare l’occasionale ingresso di questi insetti all’interno delle abitazioni è spesso sufficiente l’installazione di zanzariere alle finestre, provvedere a una accurata gestione dei rifiuti e degli alimenti, evitando l’abbandono incontrollato di sostanze organiche (in particolare zuccheri, carni, e altre sostanze proteiche) fortemente attrattive nei loro confronti.

Vespe e calabroni (molto più raramente le api) possono però costruire i nidi (favi) in luoghi riparati, in prossimità o addirittura all’interno degli edifici stessi.

Contro vespe e calabroni, il metodo più idoneo per ottenere una soluzione definitiva è l’asportazione completa del nido, poiché insieme a esso vengono rimosse la regina, le larve e la maggior parte delle operaie.

Questa operazione viene eseguita indossando gli idonei indumenti protettivi, e utilizzando insetticidi abbattenti in formulazione spray o schiuma contro gli individui in volo o sul nido, il quale viene successivamente asportato.

Se invece il nido è nascosto in una cavità (intercapedine del muro, nel terreno, ecc.) individuato il foro d’entrata, si eroga l’insetticida abbattente all’interno e successivamente bisogna sigillare ogni passaggio comunicante con l’esterno.

Eventuali operaie lontane dalla colonia al momento dell’intervento, possono continuare a frequentare le zone in cui era presente il favo, ma, una volta eliminata la regina, anche le vespe residue andranno incontro a una naturale estinzione nel giro di poche ore.

Nel caso in cui si debba avere a che fare con le api, è da considerare che sono specie estremamente utili e protette dalla legge, pertanto, non possono essere soggette a trattamenti insetticidi.

Inoltre, l’asportazione di un alveare è un’operazione che deve essere lasciata agli apicoltori in grado di operare senza arrecare danno né alle persone né allo sciame.

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